. . .

I nanorobot consistono in degli strumenti appartenenti al settore nanotecnologico, e sono anche conosciuti come nanobot: questi sono costituiti da delle molecole dalle proprietà eccezionali, le quali permettono di essere programmati al fine di compiere un particolare compito.

Ebbene, tali nanorobot sono attualmente al centro di diversi studi da parte dei ricercatori per la creazione di nuove nanomacchine, che possono essere impegnate in diversi settori e per vari motivi specifici.

Attualmente la nanorobotica consiste in uno tra i settori più attivi nei campi di ricerca e favorisce la produzione di nanoattuatori, nanomotori, nanosensori ed ulteriori strumenti della modellistica fisica. Tutte le tecnologie che vengono utilizzate in questi processi sono date da delle tecniche di nanomeccatronica: questa ha il compito di studiare come si assemblano i diversi componenti nanometrici, così come quelli biologici o delle cellule.

Di seguito, è possibile osservare quali sono i modelli di nanorobot attualmente conosciuti e i settori in cui lavorano.

Nanorocket

Questa tipologia di nanorobot è stato creato da dei ricercatori che hanno voluto progettare uno strumento capace di essere comandato e costituito da una elevata velocità, data da delle molecole biologiche unite a delle nanoparticelle. Nello specifico, questa tipologia di nanorobot sono utilizzati per qualsiasi settore, e quindi non solo quello farmaceutico.

Nanorobot alimentati dai batteri

Vi sono anche dei nanorobot capaci di essere attivati tramite dei batteri microscopici, e che vengono poi utilizzati all’interno dei campi elettrici per poter rilevare più facilmente gli ostacoli che li circondano e superarli di conseguenza. E’ possibile trovare questi nanorobot in molti settori, tra cui la stessa consegna dei medicinali, le costruzioni di microstrutture o la manipolazione di una o più cellule staminali al fine di incrementarne la crescita.

Nanorobot a base di DNA

E’ possibile evidenziare la creazione da parte di alcuni ingegneri meccanici di alcuni nanorobot a base di DNA, denominato anche DNA origami. Infatti, è stato possibile progettare questo strumento tramite dei principi di progettazione accomunato alle macchine full size, che possono anche essere utilizzati per il DNA.

Questa scoperta ha quindi permesso di produrre dei meccanismi alquanto complessi e del tutto comandabili. Grazie a dei filamenti di DNA singolo, è stato quindi possibile creare dei nanogru adeguati al sollevamento e allo spostamento delle microparticelle.

Questi nanorobot a base di DNA possono anche essere utilizzati al fine di curare le cellule malate.

Nanoswimmer

Infine, è possibile presentare dei nanorobot creati grazie ad un PPy (nanofilo di polipirrolo) elastico, e hanno una lunghezza di almeno 15 micrometri. Inoltre, presentano uno spessore pari ai 200 nanometri. Tali strumenti possono essere guidati all’interno di ambienti fluidi e biologici per un totale di quasi 15 micrometri al secondo, e sono utilizzati al fine di somministrare dei medicinali. Hanno la particolare abilità di essere controllati magneticamente ed essere pertanto guidati nel flusso sanguigno dell’organismo, così da poter attaccare le cellule tumorali.