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Resto al Sud è una delle iniziative più in voga per chi vuole fare l’imprenditore. E, proprio a seguito del successo di questa manovra, con il tempo ci sono state numerose modifiche migliorative. Al fine, ovviamente, di incrementare sempre di più la diffusione del progetto.

Ecco quali sono le novità per il 2022.

Più persone beneficiarie

Con l’approvazione delle Legge di Bilancio 2021, sono aumentate di migliaia e migliaia le persone che possono fare domanda per Resto al Sud. Infatti, all’inizio, la norma era riservata ai più giovani, cioè coloro che hanno una età dai 18 ai 35 anni.

Successivamente, si è aumentata l’età di 10 anni, passando dai 35 ai 45 anni e ai liberi professionisti. Ora, invece, basta avere una età dai 18 ai 55. Praticamente, lo zoccolo duro della popolazione.

Non solo Sud

Anche se il nome può essere fuorviante, oggi parlare solo di Sud è riduttivo. Infatti, anche dal punto di vista territoriale ci sono stati degli allargamenti. Oltre alle Regioni del Mezzogiorno d’Italia (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia), sono stati inclusi anche i territori sismici comprensivi nelle Regioni Lazio, Marche e Umbria nonché diverse isole minori che qui elenchiamo in rigoroso ordine alfabetico: Campo nell’Elba, Capoliveri, Capraia, Giglio, Marciana, Marciana Marina, Ponza, Porto Azzurro, Portoferraio, Portovenere, Rio, Ventotene.

A proposito di zone ad alto rischio terremoto, c’è da sottolineare una importante novità. È presente una zona speciale chiamata ‘cratere sismico’, che comprende 24 comuni. Sono territori, in pratica, dove oltre la metà degli edifici sono inagibili. In quel caso, non ci sono limiti d’età.

Come dicevamo, non solo Sud. Anzi, ora anche il nord è fortemente interessato a questo provvedimento con le isole della laguna veneta, quelle della laguna di Grado, d’Iseo, del lago di Como e dell’isola d’Orta.

Interessato anche tutto ciò che è territorio insulare vicino il lago Trasimeno nonché le isole Borromee.

I requisiti

Anche i requisiti, al netto di quelli dell’età, sono cambiati. Ad esempio, bisogna essere o residenti o mostrare la possibilità attiva di trasferirsi in quei luoghi entro 60 giorni dall’accettazione della domanda. I tempi raddoppiano se si vive all’estero.

Non bisoga avere alcun contratto di lavoro a tempo indeterminato durante il finanziamento e non essere titolare di impresa alla data del 21 giugno 2017.

Occhio che se sei un libero professionista, nell’anno precedente in cui hai presentato la domanda, non devi aver svolto attività analoga a quella per cui stai partecipando a Resto al Sud.

Se si è già beneficiato, nei 36 mesi precedenti, ad altri sussidi legati all’autoimprenditorialità non si può partecipare a Resto al Sud.

La società che si dovrà andare a costituire, dovrà essere fatta entro 60 giorno dall’esito – ovviamente solo se positivo – della domanda. I giorni raddoppiano se si vive in un territorio diverso da quello italiano.

Attività e spese ammissibili

Ovviamente, non tutte le attività e non tutte le spese sono ammissibili. Partiamo dalle attività. Possono essere finanziate aziende che si occupano di turismo, commercio, che forniscono servizi a imprese e persone nonché attività che sono legate all’acquacoltura, all’industria, all’artigianato, alla trasformazione dei prodotti agricole e alla pesca.

Per quanto concerne le spese, si ottengono finanziamenti per la ristrutturazione o la manutenzione straordinaria di beni immobili, a patto che non superino il 30% del complesso di spesa. Il limite scende al 20% se si tratta delle spese di gestione come le materie prime o i materiali di consumo.

Inoltre, interessante è il fatto che possono essere finanziati i macchinari e le varie attrezzature che ti servono per poter avviare l’attività.

Per pagare i dipendenti non si può usufruire di Resto Al Sud.

Quanto è il contributo economico?

Con Resto al Sud si può coprire il 100% delle spese per un limite massimo di 50mila euro. Il limite si quadruplica, arrivando a 200mila euro, se la società è composta da quattro soci.

Se l’impresa è in formato individuale, il contributo è di 60mila euro.

Una formula di prestito, comunque, in aggiunto a ciò, può essere fatta, come scoperto da Prestitimag se la banca approva il progetto.

Infatti, è possibile anche avere altri soldi a fondo perduto che ammontano a 15mila per le ditte individuali o le forme imprenditoriale fatte singolarmente e 40mila euro per le società.

La divisione dei contributi, salvo casi particolari, è divisa esattamente a metà. Il 50% è un contributo a fondo perduto e l’altra metà è ottenibile grazie a un finanziamento bancario con gli interessi che sono a carico di Invitalia. Ciò è possibile perché c’è il Fondo di Garanzia per le Piccole e Medie Imprese a tutela di ciò.

Senza dimenticare lo stanziamento per questa manovra, che supera il miliardo di euro, arrivando a ben un miliardo e 250mila euro.