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Le cocorite, il cui vero nome è Parrocchetto ondulato, sono piccoli pappagalli dalle origini australiane; colorate e socievoli, il loro canto è tutto da ascoltare. Sono uno degli animali più simpatici da avere in casa o nel proprio giardino, tuttavia bisogna sapere alcune cose perché possano crescere sane e robuste, così da essere nostre compagne di vita per molti anni.

Conoscenze preliminari

La solitudine: le cocorite sono animali che devono stare in compagnia. decidere di allevare un solo esemplare è un errore, perché potrebbe presto soffrire la solitudine. L’ideale è avere una coppia, maschio e femmina.

Gabbia rettangolare: le cocorite necessitano di molto spazio per muoversi e volare. Soffrono un ambiente ristretto o circolare, che le confonde. La soluzione potrebbe essere l’acquisto di una voliera, che garantisce la giusta libertà di movimento ai vostri esemplari. Deve essere sviluppata più in altezza che larghezza, poiché sono animali che amano arrampicarsi usando le zampe più che volare.

Una mangiatoia per esemplare: per evitare che l’esemplare più forte sottragga il cibo agli altri, è consigliabile avere una mangiatoia e un abbeveratoio per ognuna. Importante è cambiare l’acqua tutti i giorni

Calore: le cocorite provengono da climi caldi, quindi è importante che vivano in un ambiente adeguato. Solitamente non hanno problemi in luoghi con temperatura tra i 12 e i 30 gradi. in generale, è importante tenere a mente che se hanno il pelo arruffato e gonfiano le piume hanno freddo, e quindi va trovata una sistemazione più adatta per i nostri pennuti.

Lo svezzamento

Lo svezzamento consiste nell’allevamento a mano, una tecnica complessa e molto delicata. Bisogna tenere presente che errori durante alcuna delle fasi possono portare alla morte del piccolo, per cui si deve procedere con cautela e solo se si è sicuri di avere le competenze adeguate.

Per svezzare il pullo avremmo bisogno del seguente materiale:

  • una confezione di siringhe
  • una pappa da imbecco
  • un termometro digitale
  • tazzine e cucchiaini
  • una scatola di cartone
  • un paio di rotoli di carta igienica
  • una bilancina di precisione

prima di cominciare è necessario conoscere quanto spesso mangia il pullo in un solo giorno:

  • dai 18 ai 20 giorni 5 imbeccate
  • dai 20 ai 30 giorni 4 imbeccate
  • dai 30 ai 40 giorni 3 imbeccate
  • dai 40 ai 45 giorni 2 imbeccate
  • dai 45 ai 50 giorni 1 imbeccata

La pappa va preparata mescolando la polverina con acqua, in un rapporto di circa 1 a 2,5 Deve assolutamente essere morbida e senza grumi. Deve poi essere scaldata fino ai 39 gradi precisi, misurabili con il termometro. quando la temperatura è raggiunta è possibile prelevare la pappa con al siringa, facendo molta attenzione a non aspirare anche aria.

Inizia così la fase della imbeccata, in cui bisogna fare grande attenzione a non spaventare il pullo ed a non nutrirlo troppo. Si capisce che l’animale è sazio quando il gozzo è gonfio e sodo e inizia a rifiutare la siringa. Per facilitare l’operazione è consigliato praticare un leggero massaggio al gozzo, così da far espellere l’aria che inevitabilmente sarà entrata; se fatta bene, questa manovra porterà il pullo a fare piccoli ruttini.

Diventa di fondamentale importanza ripetere la poppata a intervalli regolari e orari il più possibile fissi durante le settimane, soprattutto la prima, intorno alle ore 7:30, e l’ultima serale, intorno alle ore 23. Ogni volta sarà necessario accertarsi che la pappa della poppata precedente non occupa ancora il gozzo prima di procedere alla nuova imbeccata.

La cura del pullo

La prima cosa da fare per verificare la salute del pullo è pesarlo ogni mattino, prima dell’imbeccata. L’animale aumenterà sempre un po’ il proprio peso, che perderà poi durante la fase dello svezzamento: un pullo può arrivare a pesare 50 gr verso il 30-32 giorno, per stabilizzarsi poi sui 35-40 gr a svezzamento ultimato.

La chiave dello svezzamento, forse ancora più importante rispetto al semplice nutrimento, è l’allevamento a mano. Esso consiste, come il nome indica, nel tenere il pullo nell’incavo delle proprie mani anche per lunghi periodi, soprattutto dopo la pappa. In questo modo si scalda, si saldano i legami con lui, gli si parla e lo si fa addormentare. In questo modo crescerà anche sicuro di sé e più propenso a esplorare l’ambiente.

Dal 25esimo giorno in poi sarà da iniziare lo svezzamento vero e proprio; si deve inserire nel nido in cui è cresciuto la spiga di panico e qualche semino di scagliola; si tratta degli alimenti più teneri e delicati.
Sempre nello stesso periodo è ideale iniziare a ridurre l’allevamento a mano, incoraggiandolo ad esplorare e crescere in maniera sana e forte.
Un esercizio ideale è quello di insegnargli a salire sul dito e arrampicarvisi su.