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La parola emetofobia probabilmente non è un termine molto conosciuto ai più anche se in realtà si tratta di un disturbo molto più diffuso di quello che possa sembrare.

L’emetofobia (letteralmente “paura di vomitare”) consiste nel totale rifiuto di vomitare o di vedere altri farlo. Non si tratta di un semplice e naturale disgusto (cosa del tutto naturale anche nei soggetti non emetofobici), ma di un comportamento patologico che genera attacchi di panico e uno stato di ansia persistente e con effetti difficili da controllare. I sintomi principali sono rifiuto del cibo e dimagrimento come per altre patologie legate alla sfera alimentare (anoressia e bulimia). La differenza sostanziale rispetto alle altre due patologie è che gli emetofobici riconoscono di non avere un rapporto normale con il cibo e anzi, soffrono moltissimo nel rifiutare il cibo. Pertanto si trovano perennemente in uno stato di profondo conflitto interiore che può portare a conseguenze addirittura peggiori.

Molto spesso, l’emetofobia può diventare invalidante poiché impedisce il regolare svolgimento delle attività quotidiane come lavorare. Gli emetofobici non accettano di uscire dopo mangiato e per loro è impensabile di mangiare qualcosa fuori casa. Tutto ciò compromette moltissimo la vita sociale di queste persone e la loro salute psichica e mentale.

Lemetofobia provoca anche danni fisici di notevole entità. Non sono rari i casi di gastriti, ulcere, problemi intestinali, indebolimento dentale, diminuzione del livello d’attenzione e concentrazione e tutti quei disturbi generati da un’alimentazione irregolare.

Qualora si abbia necessità di maggiori informazioni al riguardo di si può rivolgere allo psicologo Formigine Rossi Federica che può essere molto di aiuto per tutti coloro si trovino in questa spiacevole situazioni.

In Italia questa fobia è poco conosciuta e trova poco spazio nei media tradizionali. Le informazioni più importanti si trovano grazie alla rete e grazie ad emetofobici che hanno deciso di affrontare con coraggio la loro situazione e creare un luogo dove poter raccontare le proprie esperienze.