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Cosa succede se i termosifoni non scaldano cosa bisogna fare? Ecco tutte le istruzioni da seguire e i lavori da fare sulla caldaia quando il riscaldamento non funziona.

Curare l’isolamento termico che il riscaldamento non è sufficiente

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L’energia che i termosifoni ci mettono per riscaldare tutta la casa è imponente e, alle volte, ciò può risultare non sufficiente perché il problema non sta nell’impianto ma nella struttura casalinga. Se ci sono spifferi, infissi non isolati a dovere o pareti che non sono coibentate, le dispersioni di calore sono dietro l’angolo e i caloriferi, nonostante tutto, non ce la fanno.

Se la nostra casa, nei giorni particolarmente gelidi o ventosi, non è abbastanza calda, allora controlliamo se dalle finestre o porte ci sono problemi dovuti a fessure che favoriscono il ricambio dell’aria facendo entrare quella fredda.

Per ricercare gli spifferi, oltre agli ingressi di balconi e porta, possiamo andare verso prese elettriche, canna fumaria, cassonetto delle tapparelle o all’ingresso del nostro sistema idraulico.

A contribuire al freddo in casa ci si può mettere anche l’involucro edilizio. Se è obsoleto o strutturato male, può generare i cosiddetti ponti termici dannosi per i consumi.

Se tutto ciò è reale è bene prendere in considerazione l’idea di una ristrutturazione completa che contempli pannelli isolanti interni sui muri, un cappotto termico per l’interno e l’esterno dell’immobile. Qualora il problema non sia la struttura della casa, proseguiamo con i consigli.

Cosa bisogna fare se i termosifoni non scaldano

Una volta escluso il problema strutturale dobbiamo concentrarci sul perché i nostri termosifoni sono inefficienti, quindi procediamo con i classici controlli della caldaia.

Accediamo al vano dedicato e tocchiamo le piastre di riscaldamento. Se queste sono tiepide o fredde, è necessario agire. Prima di tutto controlliamo che la temperatura impostata per la produzione di acqua calda sia nel range tra 60 e 70 gradi. Se ciò non è così regoliamola e attendiamo almeno un’oretta.

Nell’intervallo di tempo appena enunciato diamo il tempo alla caldaia di trasmettere l’acqua calda a ogni calorifero in acciaio o ghisa. Se dopo un’oretta nulla è cambiato, procediamo a controllare la pressione dell’acqua.

Sempre passando per il pannello di controllo della caldaia cerchiamo l’indicatore della pressione e vediamone i valori. Se questi sono inferiori a 2 bar apriamo in modo leggero la leva che ne consente l’aumento. Questa è, generalmente, di colore nero e si trova al di sotto della caldaia, oppure è possibile trovare un rubinetto, sempre nel locale caldaia, vicino ai vari dotti presenti.

Dopo aver svolto tale operazione chiudiamo la leva e vediamo cosa succede. Se la pressione è eccessivamente alta è il momento di scaricarla aprendo il rubinetto rosso presente con molta calma. Se non siamo in grado di intervenire rivolgiamoci a un idraulico professionista.

Se dopo tutto questo nulla cambia, allora bisogna eliminare l’aria dai caloriferi.

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Come si toglie l’aria dal termosifone

Prima di tutto prendiamo una brocca per l’acqua vuota e posizioniamoci vicino alle valvole di tutti i caloriferi. L’operazione da fare è spurgare la caldaia in modo da far fuori tutte le bolle d’aria che si formano all’interno di ogni termosifone e non danno la possibilità di far circolare bene il calore.

Se i termosifoni non scaldano ancora che facciamo?

Se il calore prodotto non è utile e le piastre di ogni calorifero non si riscaldano, è possibile che siamo nelle vicinanze di una fonte di dispersione termica. Per aumentare la loro efficienza installiamo un pannello riflettente dietro i termosifoni.

L’obiettivo è irradiare il calore sia dalla parte anteriore sia posteriore, evitando dispersioni quando ci si trova sotto finestre e muri che non isolano. Sono efficaci quelli in radflek, facilmente reperibili in commercio.