A seguito dell’emergenza sanitaria causata dal Coronavirus sono state introdotte nelle settimane precedenti nuove regole e norme di comportamento da adottare per riprendere a svolgere le proprie attività garantendo la sicurezza di ognuno di noi.
Tali regole sono state adottate anche in rifugi escursionistici e alpini, dove vigeva l’obbligo di utilizzare il sacco a pelo.
In Piemonte tale obbligo è decaduto e resta da rispettare soltanto il distanziamento sociale minimo di un metro durante i pernottamenti.
Nuove regole per i rifugi
Le nuove linee guida sono state ratificate dalla Giunta regionale dopo la proposta avanzata da parte degli assessori alla Sanità e alla Montagna.
Sono state dettate tutte le regole da adottare in caso di pernottamenti e soggiorni presso i rifugi, che stilano una serie di norme sugli ambienti in comune, il personale a servizio dei clienti, l’uso di servizi igienici, docce e camere comuni, il consumo di cibo o la possibilità di fare campeggio in aree esterne.
Tra le nuove regole vi è l’obbligo delle 16 ore di decorrenza tra un soggiorno e l’altro, al fine di garantire il tempo necessario per eliminare eventuali tracce virologiche e far areare per bene i locali.
La sosta sarà consentita soltanto dopo una prenotazione e il gestore in questione si occuperà di conservare un registro di presenze degli ospiti per un periodo minimo di 14 giorni.
Il sacco a pelo
L’obbligo del sacco a pelo viene meno: sarà più semplice per chi arriva da lontano o è stato impegnato in una faticosa escursione non doversi preoccupare anche del sacco a pelo e poter alloggiare comodamente nelle camere disponibili anche se ciò implica conseguenze per il gestore, il quale dovrà farsi carico di nuove responsabilità.
Il gestore della struttura infatti dovrà fornire kit monouso o lavabile a 90° di biancheria da bagno, da cucina e da letto, oltre a provvedere alla sanificazione di coperte e altro.
Una giusta causa
Dal rifugio Capanna Margherita che, posto a 4554 metri, è il più alto d’Europa, parla il presidente Alberto Cirio, che sottolinea come senza questa opportuna regolamentazione non sarebbe stato possibile per molte strutture montane garantire un servizio efficace e commisurato alle esigenze odierne.
Questo perché le disposizioni generali approvate nell’ultimo periodo non comprendevano nello specifico tutte le esigenze richieste dai rifugi che si trovano ad alta quota.
Un elemento quindi che non va trascurato: l’Italia gode di un paesaggio alpino mozzafiato che, solo in Piemonte presenta 1000 km di Alpi e 15 km di sentieri montani, con oltre 200 rifugi per gli escursionisti.
I rifugi dunque sono delle vere e proprie mete turistiche ad alta quota che possono contribuire al rilancio dell’economia del paese.
Ma i rifugi non sono soltanto un luogo turistico: sono punti di ristoro, luoghi in cui riposarsi e godere di un po’ di calore, ma soprattutto un punto essenziale per offrire soccorso a chi ne ha bisogno nelle vicinanze.
A tal proposito, per il progetto RipartiPiemonte sono stati stanziati 2000 euro a fondo perduto ai rifugi presenti nella regione al fine di sostenere la loro ripartenza.