Oggi come oggi, purtroppo, la piaga del mobbing sul lavoro è sempre in aumento. Tra i fattori di questa triste tendenza, sicuramente troviamo la crisi, quindi i tagli delle aziende che, inesorabilmente, hanno portato a una diminuzione dei posti di lavoro e a un aumento della disoccupazione. Le persone che hanno bisogno di lavorare, pur di ottenere un posto o di mantenerlo, sono disposte ad accettare vessazioni e soprusi, dando luogo a una condizione inaccettabile, ma che, come abbiamo detto, è sempre più frequente.
Mobbing sul lavoro, cos’è
Diamo prima di tutto una definizione di mobbing al fine di delinearne bene i contorni. Con la parola mobbing definiamo una serie di comportamenti con connotazione negativa. Può trattarsi di un comportamento psicologico o materiale, ma che è in ogni caso finalizzato a ledere quella che è la dignità del lavoratore. Purtroppo gli esempi non mancano, si va da atteggiamenti vessatori, coercitivi, aggressivi fino a quelli persecutori, atteggiamenti che non si fermano al solo ambiente lavorativo, ma che possono avere ripercussioni anche nella vita privata delle persone mobbizzate, con risvolti psicologici anche molto negativi.
Ad attuare questo tipo di atteggiamento non è però solamente il datore di lavoro, ma anche i colleghi. La parola mobbing, presa in prestito dall’inglese, va quindi a descrivere un tipo di comportamento messo in atto da alcune specie di volatili che accerchiano il volatile estraneo al gruppo e considerato rivale. Si capisce quindi perfettamente cosa possa significare se spostiamo questo tipo di atteggiamento sul posto di lavoro.
Come si manifesta il mobbing sul posto di lavoro
Come abbiamo detto, il mobbing si manifesta mediante la messa in atto di una serie di comportamenti che possono essere senza dubbio classificati come scorretti nei confronti di un dipendente o di un collega di lavoro. Ma nello specifico quali atteggiamenti rientrano tra quelli ascrivibili al mobbing? Si parte dagli scherzi, quelli che magari in principio sono innocenti, ma che protratti alla lunga, quando prendono di mira sempre la stessa persona, diventano mobbing.
Un altro tipo di atteggiamento ritenuto mobbing è l’atto discriminatorio, magari verso un dipendente o un collega di un altro sesso, di un’altra nazionalità, o che ha un orientamento sessuale verso il proprio sesso. Le campagne denigratorie, da parte di colleghi o del datore di lavoro sono anch’esse ascrivibili ai comportamenti classificati come mobbing.
Non solo, avances sessuali sono considerate mobbing. E anche oltre.
Come ci si difende dal mobbing
Attualmente si sta cercando di portare il mobbing allo stesso livello delle malattie riconosciute dall’INAIL, quindi a un livello di malattia professionale psicologica che merita dunque tutela. Purtroppo però il mobbing è difficile da dimostrare. Occorrono prove e non sempre è facile raccoglierle.
La prima cosa da fare, se si ha il sospetto di essere vittima di mobbing, è quella di non avere paura, Ovviamente dirlo è facile, ma quando ci si trova nella situazione tutto si complica. Lo studio legale Boero tutela anche contro questo tipo di problematica, quindi la cosa migliore è richiedere la consulenza di un avvocato professionista. Grazie ai consigli del legale si potrà delineare la propria situazione e trovare la soluzione più adatta senza rimetterci la salute.