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bioedilizia
Il fenomeno del cosiddetto greening, al giorno d’oggi, ha investito in maniera pervasiva pressoché ogni aspetto della nostra vita, influenzando il modo di rapportarci con il mondo circostante al fine di preservare la salubrità ambientale e, inevitabilmente, cambiando anche i modus operandi e le regole che dettano le principali caratteristiche dei vari settori professionali.
Anche l’edilizia non è rimasta fuori da questo processo, trasformandosi anzi nella bioedilizia, cioè la progettazione, creazione e gestione di edifici secondo le principali direttive della sostenibilità ambientale, così da minimizzare gli impatti negativi sull’ambiente.

Ristrutturare in bioedilizia: cose da sapere

La ristrutturazione in bioedilizia può abbracciare vari settori: possono aversi progetti di ristrutturazione di appartamenti, di restyling di interni, progetti di ristrutturazione di capannoni industriali, progetti di costruzione di palazzine e uffici, o ancora progettazione e ristrutturazione di Show Room o di ambienti prettamente commerciali.
Anche se, naturalmente, a seconda della tipologia di ristrutturazione mutano le necessità progettuali, rimangono fermi alcune scelte e principi cardine della bioedilizia.

La scelta dei materiali

Imprescindibile, ad esempio, è la preferenza per alcuni specifici materiali piuttosto che per altri. Tra questi, in particolare nel campo della ristrutturazione, si è soliti prediligere quelli che garantiscono risparmio energetico e ritenzione di calore e che non presentano sostanze pericolose che possono comportare il rilascio di materiale di natura chimica (quali gas e composti organici volatili ) microbiologica (si pensi alla formazione di muffe o funghi) o il rilascio di polveri o particelle radioattive.
Fondamentale è, poi, l’uso di materie prime abbondantemente disponibili, nonché la loro riciclabilità e smaltibilità, così da ridurre all’osso i rischi e l’inquinamento ambientale.